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Gatti e arte: Giorgio Cociani ricorda Lia Dequel ad un anno dalla scomparsa

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gattidiroma liatorreargentinaUn fil rouge che univa i gatti con l’arte, attraverso le città di Trieste e Roma: stiamo parlando del lavoro di Lia Dequel, nostra concittadina e fondatrice della Colonia Felina in Largo di Torre Argentina. Lia è scomparsa il 3 luglio dello scorso anno, ma il suo ricordo resta vivo nella memoria degli amanti degli animali e dell’arte.
 
«Di Lia Dequel – dice il presidente del gattile di Trieste Giorgio Cociani – mi parlava spesso Miranda Rotteri, la giornalista animalista con la quale avevo uno stretto rapporto d'amicizia: Miranda mi raccontava sempre dell'impegno di Lia a protezione dei gatti di strada a Roma, tale da costituire un Associazione a loro tutela. Io stavo muovendo i primi passi come gattaro e reputavo privilegiati i famosi “Gatti di Roma”, che andai a visitare alla prima occasione. Conobbi così Lia, ricavando l'impressione che i problemi per affrontare il randagismo felino e l’associazionismo a difesa degli animali fossero simili a Roma come a Trieste, salvo le diverse proporzioni.»
 
gatto-di-roma-300x150Il gattile di Torre Argentina, infatti, si trova all’interno di uno dei molti siti archeologici della Capitale: qui, come ai piedi del Colosseo, vivono da sempre centinaia di mici randagi o abbandonati, che si sentono protetti dalle rovine. Questo luogo ogni anno viene raggiunto da volontari di tutto il mondo, che decidono di dedicare le loro ferie a queste bestiole! La riduzione del randagismo felino è il principale scopo dell’attività della colonia di Torre Argentina, che vuole essere conosciuta come un Centro di Promozione della Sterilizzazione, oltre che come un centro di accoglienza per randagi in difficoltà (i gatti mutilati, ciechi o variamente handicappati sono accolti con precedenza assoluta).
 
kaefig_5061179«Di Lia – continua Giorgio Cociani – ricordo non solo l’instancabile impegno a favore degli animali, ma anche il profondo legame con l’arte. Lia, infatti, era la moglie del grande scultore capodistriano Oreste Dequel: anche lui amava molto i gatti, che aveva immortalato in vari ritratti e soprattutto in rotonde e morbide sculture nelle quali era riuscito a concretizzare molto del fascino felino! Questo legame tra gatti e arte mi fa tornare in mente un’altra grande artista di origine triestina con la quale ero in contatto alla fine degli anni ’80: Leonor Fini, che viveva a Parigi con 19 gatti adorati.»
 
Dopo la morte di Oreste, avvenuta nell’85, Lia decise di vivere il resto della vita in solitudine e austerità, e si dedicò anima e corpo a Torre Argentina. Insieme all’amica Silvia Viviani, fu felice di veder sviluppare la colonia mese dopo mese, anno dopo anno. Le due donne riuscirono non solo a raggranellare del denaro, organizzando cene, aste, lotterie e mercatini, ma attirarono anche molti collaboratori e cospicue donazioni, con cui migliorarono la qualità del cibo, la quantità e qualità delle cure dei gatti: già dopo due o tre anni, il gattile di Torre Argentina aveva assunto quella che poi sarebbe stata la sua fisionomia attuale.
 
«Lia Dequel – conclude Cociani – si proponeva prima come gattara e poi come vedova Dequel, ed aveva un forte legame per la sua città d'origine: l’amata Trieste, anche città di gatti...». Lia da un anno riposa proprio qui, a Sant’Anna, nella stessa tomba di Oreste. Per suo espresso desiderio, sul marmo che la ricopre, c'è scritto: “Lasciate che i gatti vengano a giocare sulla nostra tomba. Li abbiamo amati tanto in vita”.
 
 
Una curiosità: proprio come sta accadendo oggi ai gatti di Trieste, nel 2012 anche i "Gatti di Roma" avevano rischiato di essere sfrattati, in quando la Sovrintendenza ai beni Archeologici di Roma considerava la struttura allestita dalle "gattare", sede del laboratorio veterinario, un abuso edilizio: il caso era stato segnalato al Campidoglio ed era approdato addirittura in Parlamento con un'interrogazione al Ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi affinché chiarisse la questione dell'abuso edilizio nell'area. Allora, da più parti si era chiesto di salvare la colonia... proprio come oggi molti chiedono di salvare il Gattile di Trieste che rischia di essere sfrattato a causa del trasferimento in via Brigata Casale del Mercato ortofrutticolo (e il Comitato "No mercato ortofrutticolo in via Brigata Casale" ha già raccolto 5.600 firme con questa petizione).


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